L’assicurazione contro la disoccupazione involontaria in molti paesi sviluppati costituisce uno dei cardini delle politiche di sostegno del reddito dei lavoratori. In Italia, invece, ha un ruolo piuttosto marginale. Inoltre, è da molti anni oggetto di critiche, segnatamente per il basso tasso di copertura della platea di riferimento. In questo lavoro mostriamo come le debolezze e le incongruenze del disegno dell’indennità di disoccupazione ordinaria – la principale misura contro la disoccupazione involontaria – siano ancora più gravi. Una ragguardevole frazione di lavoratori ammissibili a questa misura accede, invece, all’indennità di disoccupazione a requisiti ridotti, eludendo così la condizione di essere disponibili a lavorare. Circa la metà dell’utilizzo dell’indennità di disoccupazione ordinaria, poi, avviene per il lavoro stagionale, il lavoro precario nel pubblico impiego o come sostituto improprio della Cassa integrazione guadagni quando non sussistono le condizioni per accedervi. Ciò dà origine a uno squilibrio strutturale tra contributi pagati e prestazioni erogate, che solleva questioni di equità nonché di equilibrio finanziario per il fondo dell’INPS.